Cordiali ringraziamenti a Emanuele Sanna per aver tradotto questo lavoro!


Also See: (Italian) Sull'Anatta (Non-Sé), la Vacuità, Maha e Ordinarietà, e la Perfezione Spontanea -- translation from On Anatta (No-Self), Emptiness, Maha and Ordinariness, and Spontaneous Perfection


Per la versione in inglese vedi https://www.awakeningtoreality.com/2007/03/thusnesss-six-stages-of-experience.html

Per la versione in cinese vedi http://awakeningtoreality.blogspot.sg/p/chinese-translation-of.html


Aggiornamento: una guida è ora disponibile come supporto per comprendere e mettere in pratica le intuizioni presentate su questo blog. Vedi https://app.box.com/s/157eqgiosuw6xqvs00ibdkmc0r3mu8jg

Aggiornamento 2: Una nuova versione abbreviata (molto più breve e concisa) della guida di AtR è ora disponibile qui: http://www.awakeningtoreality.com/2022/06/the-awakening-to-reality-practice-guide.html, potrebbe essere più utile per i principianti (più di 130 pagine), poiché l'originale (lungo oltre 1000 pagine) potrebbe essere troppo lungo da leggere per alcuni.

Consiglio vivamente di leggere quella guida gratuita di AtR. Come ha detto Yin Ling, "Penso che la guida abbreviata di AtR sia molto buona. Dovrebbe condurre alla comprensione dell'anatta se letta attentamente. È concisa e diretta."

Aggiornamento: 9 settembre 2023 - È ora disponibile l'Audiolibro (gratuito) della Guida alla Pratica del Risveglio alla Realtà su SoundCloud! https://soundcloud.com/soh-wei-yu/sets/the-awakening-to-reality

(Soh: Questo articolo è stato scritto dal mio insegnante che usa il soprannome online "Thusness"/"PasserBy". Dalla sua pubblicazione, ho attraversato queste fasi di realizzazione.)

NOTA: Le fasi non hanno alcuna autorità, sono solo condivise a scopo informativo. L'articolo su Anatta (Nessun-Sé), Vuoto, Maha e Ordinarietà, e Perfezione Spontanea è un buon riferimento per queste 7 fasi di esperienza. Le originali sei fasi di esperienza sono state aggiornate a sette fasi di esperienza, con l'aggiunta di “Fase 7: La Presenza si Perfeziona Spontaneamente” è un invito ai lettori a comprendere che riconoscere la natura della realtà come il fondamento di tutte le esperienze, che è sempre invariabile, è fondamentale affinché possa manifestarsi naturalmente, senza nessuno sforzo.

Basato su: http://buddhism.sgforums.com/?action=thread_display&thread_id=210722&page=3

I commenti qui di seguito sono di Thusness, a meno che non sia esplicitamente indicato che provengono da Soh.

(Prima stesura: 20 settembre 2006, Ultimo aggiornamento da parte di Thusness: 27 agosto 2012, Ultimo aggiornamento da parte di Soh: 22 gennaio 2019)


Fase 1: L'Esperienza del "IO SONO"

Era circa 20 anni fa e tutto è iniziato con la domanda "Prima della nascita, chi sono io?" Non so perché, ma questa domanda sembrava catturarmi completamente. Potevo passare giorni e notti seduto, concentrato, riflettendo su questa domanda; fino a quando un giorno, tutto sembrò fermarsi del tutto, non sorse neanche un singolo filo di pensiero. C'era semplicemente il nulla e un vuoto completo, solo questa sensazione di pura esistenza. Questa semplice sensazione di Io, questa Presenza, cos'era? Non era il corpo, non era il pensiero poiché non c'era pensiero, niente affatto, solo l'Esistenza stessa. Non c'era bisogno che qualcuno confermasse questa comprensione.

In quel momento di realizzazione, ho sperimentato un'enorme liberazione di energia. Era come se la vita si stesse esprimendo attraverso il mio corpo e io non fossi altro che questa espressione. Tuttavia, in quel momento, ero ancora incapace di capire appieno cosa fosse questa esperienza e come avessi frainteso la sua natura.

Commenti di Soh: Questa è anche la Prima Fase di Five Ranks of Tozan Ryokai (una mappa del risveglio del Buddhismo Zen), chiamata "L'Apparente all'interno del Reale". Questa fase può anche essere descritta come un Fondamento dell'Essere oceanico o una Sorgente priva del senso dell'individualità/il sé personale, descritta qui da Thusness nel 2006:



"Come un fiume che scorre nell'oceano, il sé si dissolve nel nulla. Quando un praticante diventa completamente consapevole della natura illusoria dell'individualità, la divisione soggetto-oggetto non ha luogo. Una persona che sperimenta l' "IO SONO" troverà l' "IO SONO" in tutto. Com'è?

Liberarsi dall'individualità: venire e andare, vita e morte, tutti i fenomeni emergono e scompaiono semplicemente dallo sfondo dell' "IO SONO". L' "IO SONO" non è sperimentato come un’ “entità” che risiede da qualche parte, né all'interno né all'esterno; piuttosto, è sperimentato come la realtà fondamentale in cui tutti i fenomeni hanno luogo. Anche nel momento del declino (morte), lo yogi è completamente autenticato con quella realtà; sperimentando il “Reale” con la massima chiarezza possibile. Non possiamo perdere quell' "IO SONO"; piuttosto, tutte le cose possono solo sciogliersi e riemergere da esso. L' "IO SONO" non si è mosso, non c'è venire e andare. Questo "IO SONO" è Dio.

I praticanti non dovrebbero mai confondere questo con la vera Mente di Buddha! L' "IO SONO" è la consapevolezza primitiva. Ecco perché è così travolgente. Semplicemente non c'è “comprensione” della sua natura vuota." (Estratto da Buddha Nature is NOT "I Am").


Soh: Per realizzare IO SONO, il metodo più diretto è l’Introspezione, chiedendoti 'Prima della nascita, Chi sono io?’ o semplicemente 'Chi sono io?' Vedi: What is your very Mind right now??, capitolo sull’Introspezione in The Awakening to Reality Practice Guide and AtR Guide - abridged version e in Awakening to Reality: A Guide to the Nature of Mind e nel mio libro gratuito, The Direct Path to Your Real Self, il testo di Ramana Maharshi 'Who am I?' (https://app.box.com/s/v8r7i8ng17cxr1aoiz9ca1jychct6v84) e il suo libro 'Be As You Are', i testi e i libri del Maestro Ch'an Hsu Yun dai quali puoi leggere un esempio in Essentials Of Chan Practice (Hua Tou/Self Enquiry), e altre raccomandazioni di libri sull’Introspezione in Book Recommendations 2019 and Practice Advices o questi video su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=lCrWn_NueUg

https://www.youtube.com/watch?v=783Gb4KbzGY

https://www.youtube.com/watch?v=ymvj01q44o0

https://youtu.be/BA8tDzK_kPI

https://www.youtube.com/watch?v=Kmrh3OaHnQs

Personalmente, interrogandomi 'Prima della nascita, Chi sono io?' per due anni mi ha condotto alla mia certezza senza dubbi dell'Essere/Realizzazione del Sé. Si noti che molto spesso, si possono avere fugaci visioni ed esperienze di IO SONO o di spaziosità vivida o di qualche sensazione di essere un osservatore, ma tutto questo non è la Realizzazione dell’ IO SONO della Fase 1 di Thusness, né la realizzazione della Fase 1 è semplicemente uno stato di chiarezza. L'Introspezione condurrà senza dubbi alla realizzazione. Ho avuto fugaci visioni di IO SONO a intervalli per tre anni prima della mia incrollabile Auto-Realizzazione nel febbraio 2010, che ho scritto nella mia prima annotazione nel mio libro gratuito. Sulle differenze, consulta I AM Experience/Glimpse/Recognition vs I AM Realization (Certainty of Being) e il primo punto su Realization and Experience and Non-Dual Experience from Different Perspectives.


Per ulteriori progressi dopo la realizzazione di IO SONO, concentrati su Four Aspects of I AM, contemplando le due strofe dell'anatta in On Anatta (No-Self), Emptiness, Maha and Ordinariness, and Spontaneous Perfection e in Two Types of Nondual Contemplation.

Molte persone che conosco (compreso lo stesso Thusness) sono rimaste bloccate nelle Fasi 1-3 per decenni o per tutta la loro vita senza fare molti progressi a causa della mancanza di indicazioni chiare e orientamento, ma seguendo i consigli di Thusness relativi ai quattro aspetti e la contemplazione dell'anatta (assenza di sé), sono stato in grado di progredire dalla realizzazione della Fase 1 alla Fase 5 in meno di un anno, nel 2010.


Fase 2: L'Esperienza di "IO SONO Tutto"

Sembra che la mia esperienza fosse supportata da molti insegnamenti dell'Advaita e dell'Induismo. Ma il più grande errore che ho commesso è stato quando ho parlato con un amico buddhista. Mi ha parlato della dottrina dell'assenza di sé, dell'assenza di un “Io”. Ho respinto tale dottrina categoricamente, poiché era in diretta contraddizione con ciò che avevo sperimentato. Sono stato profondamente confuso per un po' di tempo e non riuscivo a capire perché il Buddha avesse insegnato questa dottrina e, ancora peggio, l'avesse resa un Sigillo del Dharma. Fino a quando un giorno ho sperimentato la fusione di tutto in “Me”, ma in qualche modo non c'era un “me”. Era come un "Io senza Io". In qualche modo ho accettato l'idea del “nessun Io”, ma poi ho ancora insistito sul fatto che il Buddha non avrebbe dovuto spiegarlo in quel modo...

L'esperienza è stata meravigliosa, è stato come se fossi completamente emancipato, una liberazione completa senza confini. Mi sono detto: "Sono completamente convinto che non sono più confuso", quindi ho scritto una poesia (qualcosa di simile a quanto segue):

Sono la pioggia 

Sono il cielo 

Sono il “blu” 

Il colore del cielo 

Niente è più reale dell'Io 

Quindi Buddha, Io sono Io.

C'è una frase per questa esperienza: "Ovunque e ogniqualvolta C'È, l'È è Me". Questa frase era come un mantra per me. La usavo spesso per riportarmi all'esperienza della Presenza.

Il resto del viaggio è stato lo sviluppo e il perfezionamento ulteriore di questa esperienza di Presenza Totale, ma in qualche modo c'era sempre un blocco, qualcosa che mi impediva di rivivere l'esperienza appieno. Era l'incapacità di “morire” completamente nella Presenza totale...

Commenti di Soh: Il passaggio seguente dovrebbe chiarire questa fase:

"Si tratta di portare questo IO SONO in tutto. IO SONO l'Io in te. L'Io nel gatto, l'Io nell'uccello. IO SONO la prima persona in ognuno e in Tutto. Io. Questa è la mia seconda fase. Che l'Io è ultimo e universale." - John Tan, 2013


Fase 3: Entrare in uno Stato di Nulla

In qualche modo qualcosa stava bloccando il naturale fluire della mia essenza più intima e mi impediva di rivivere l'esperienza. La Presenza era ancora lì, ma non c'era senso di “totalità”. Era logicamente ed intuitivamente chiaro che “Io” era il problema. Era l'Io che stava bloccando; era l'Io che era il limite; era l'Io che era il confine, ma perché non potevo liberarmene? In quel momento non mi è venuto in mente di esaminare la natura della consapevolezza e cosa significhi la consapevolezza in generale. Invece, ero troppo impegnato nell'arte di entrare in uno stato di oblio per liberarmi dell'Io... Questo è continuato per i successivi 13+ anni (naturalmente nel frattempo ci sono stati molti altri eventi minori e l'esperienza della totale presenza è avvenuta molte volte, ma con pause lunghe di alcuni mesi)...

Tuttavia, sono giunto a una comprensione importante: l'Io è la causa radice di tutte le artificialità, la vera libertà sta nella spontaneità. Arrendersi completamente al nulla e tutto è semplicemente Sé.

Commenti di Soh:

Ecco qualcosa che Thusness mi scrisse in merito alla Fase 3 mentre avevo alcune fugaci visioni delle Fasi 1 e 2 nel 2008,

"Associare la “morte dell'Io” con la vivida luminosità della tua esperienza è prematuro. Ciò ti porterà in visioni erronee perché c'è anche l'esperienza dei praticanti attraverso la completa resa o eliminazione (abbandono), come i praticanti taoisti. Può verificarsi un'esperienza di profonda beatitudine che va oltre quella che hai sperimentato. Ma il focus non è sulla luminosità, bensì sull'assenza di sforzo, naturalità e spontaneità. Nella completa rinuncia non c'è l'Io; non c'è neanche bisogno di sapere nulla; infatti, la “conoscenza” è considerata un ostacolo. Il praticante abbandona mente, corpo, conoscenza... tutto. Non c'è intuizione, non c'è luminosità, c'è solo il totale permettere a tutto ciò che accade di accadere in modo spontaneo. Tutti i sensi, compresa la coscienza, vengono chiusi e completamente assorbiti. La consapevolezza di “qualsiasi cosa” avviene solo dopo essere emersi da quello stato.

Uno è l'esperienza di una vivida luminosità, mentre l'altro è uno stato di oblio. Pertanto, non è appropriato collegare la completa dissoluzione dell'Io solo a ciò che hai sperimentato."


Guarda anche questo articolo per dei commenti sulla Fase 3: http://www.awakeningtoreality.com/2019/03/thusnesss-comments-on-nisargadatta.html

Tuttavia, è solo nelle Fasi 4 e 5 di Thusness che si comprende che il modo senza sforzo e naturale per rinunciare al sé/Sé è attraverso la realizzazione e l'attualizzazione dell'anatta come un'intuizione, non attraverso l'ingresso in uno stato speciale o alterato di trance, samadhi, assorbimento o oblio. Come Thusness scrisse in precedenza,


"...sembra che sia necessario sforzarsi molto, ma in realtà non è così. L'intera pratica si rivela essere un processo di disfacimento. È un processo di comprendere gradualmente il funzionamento della nostra natura, che è liberata fin dall'inizio ma offuscata da questo senso di “sé” che cerca sempre di preservarsi, proteggersi e attaccarsi costantemente. L'intero senso di sé è un “fare”. Qualsiasi cosa facciamo, sia positiva che negativa, è comunque un fare. In definitiva, non c'è neanche un lasciar andare o un lasciare essere, poiché c'è già un continuo dissolversi e sorgere, e questo continuo dissolversi e sorgere si rivela essere auto-liberante. Senza questo “sé” o 'Sé', non c'è “fare”, c'è solo un sorgere spontaneo."

~ Thusness (fonte: Non-dual and karmic patterns)

"...Quando uno non è in grado di vedere la verità della nostra natura, ogni lasciar andare è solo un altro modo di trattenere, mascherato. Perciò senza la “visione”, non c'è liberazione... è un processo graduale di vedere più in profondità. Quando viene visto, il lasciar andare è naturale. Non puoi sforzarti a rinunciare al sé... la purificazione per me è sempre in queste visioni... non-dualità e natura del vuoto...."


Fase 4: La Presenza come uno Specchio Chiaro e Luminoso

Sono entrato in contatto con il Buddhismo nel 1997. Non perché volessi scoprire di più sull'esperienza della “Presenza”, ma piuttosto perché l'insegnamento dell'impermanenza era profondamente in sintonia con ciò che stavo vivendo nella mia vita. A causa di una crisi finanziaria, mi trovavo di fronte alla possibilità di perdere tutta la mia ricchezza e anche altro. In quel momento non avevo idea che il Buddhismo fosse così profondamente ricco per quanto riguarda l'aspetto della “Presenza”. Il mistero della vita non può essere compreso, cercavo rifugio nel Buddhismo (commento di Soh: ha preso rifugio nelle tre gemme Buddha, Dharma e Sangha sotto la guida della 41ª H.H. Sakya Trizin) per alleviare le sofferenze causate dalla crisi finanziaria, ma si è rivelato essere la chiave mancante per sperimentare la totalità della presenza.

All'epoca non ero così resistente alla dottrina del “nessun sé”, ma l'idea che tutta l'esistenza fenomenica fosse priva di un “sé” o di un “Sé” intrinseco non mi aveva pienamente colpito. Parlavano del “sé” come personalità o del “Sé” come “Testimone Eterno”? Dobbiamo fare a meno anche del “Testimone”? Era il Testimone stesso un'altra illusione?

C'è il pensiero, ma nessun pensatore 

C'è il suono, ma nessun ascoltatore 

Esiste la sofferenza, ma nessun sofferente 

Ci sono azioni, ma nessun agente

Meditavo profondamente sul significato della strofa riportata sopra fino a quando un giorno, improvvisamente, ho sentito “tongss…”, era così chiaro, non c'era nient'altro, solo il suono e nient'altro! E “tongss…” risonava... Era così chiaro, così vivido!

Quell'esperienza era così familiare, così reale e così chiara. Era la stessa esperienza di "IO SONO"... era senza pensiero, senza concetti, senza intermediari, senza nessuno lì, senza alcun intermediario... Cos'era? Era la Presenza! Ma questa volta non era “IO SONO”, non stavo chiedendo “chi sono io”, non era la pura sensazione di "IO SONO", era “TONGSss…”, il suono puro... 

Poi è arrivato il Gusto, solo il Gusto e nient'altro... 

Il battito del cuore... 

Il Paesaggio…


Non c'era spazio tra loro, non più mesi di attesa perché si manifestasse... 

Non c'è mai stata una fase da raggiungere, nessun Io da cessare e non è mai esistito 

Non c'è un punto di entrata e uscita... 

Non c'è Suono là fuori o qua dentro... 

Non c'è un “Io” separato dal sorgere e dal cessare... La molteplicità della Presenza... 

La Presenza si rivela da momento a momento…


Commenti:

Questo è l'inizio di una visione dell'assenza di sé. E’ emersa l'intuizione dell'assenza di sé, ma l'esperienza non-duale è ancora molto più “Brahman” che “Sunyata”; infatti è più Brahman che mai. Ora l'"IO SONO" viene sperimentato in Tutto.

Tuttavia, questa è una fase chiave molto importante in cui il praticante sperimenta un salto quantico nella percezione che scioglie il nodo dualistico. Questa è anche l'essenza chiave che porta alla realizzazione che "Tutto è Mente", tutto è semplicemente Questa Unica Realtà.

La tendenza a estrapolare una Realtà Ultima o una Coscienza Universale  in cui facciamo parte di questa Realtà rimane sorprendentemente forte. In effetti, il nodo dualistico è scomparso ma il legame nel vedere le cose in modo intrinseco non lo è. I nodi “dualistici” e “intrinseci” che impediscono di sperimentare appieno la nostra Maha, la natura vuota e non-duale della consapevolezza primordiale sono due “incantesimi percettivi” molto diversi che accecano.

La sottosezione "Sul Secondo Stanza" del post "Sull'Anatta (Assenza di Sé), sull'Emptiness (Vuotezza), sulla Maha (Grandezza) e sulla Ordinarietà e sulla Perfezione Spontanea" approfondisce ulteriormente questa intuizione.


Commenti di Soh:

L'inizio della realizzazione non duale e dell’ingresso senza barriere né entrata né uscita. Non si cerca più uno stato di oblio per liberarsi del sé, come nel caso della Fase 3, ma si inizia a comprendere e attualizzare il sempre-già-così dell'assenza di sé e la natura non-duale della Consapevolezza. Tuttavia, la Fase 4 tende a concludersi con la dissoluzione della separazione nel polo di una pura soggettività ultima anziché vedere la coscienza come il semplice fluire della fenomenalità, come nella Fase 5, lasciando così tracce di un Assoluto.


Thusness scrisse nel 2005:

"Senza il “sé”, la Totalità viene immediatamente raggiunta. C'è solo e sempre questo “Essere”. Il soggetto è sempre stato l'oggetto di osservazione. Questo è il vero samadhi senza entrare in trance. Comprendere completamente questa verità. È il vero cammino verso la liberazione. Ogni suono, sensazione, manifestazione della coscienza è così chiaro, reale e vivido. Ogni momento è samadhi. La punta delle dita a contatto con la tastiera, ha misteriosamente creato la coscienza del contatto, cos'è? Senti l'intera essenza dell'essere e la sua realtà. Non c'è un soggetto... solo “Essere”. Nessun pensiero, in realtà non c'è pensiero e nessun “sé”. Solo Pura Consapevolezza.", "Come potrebbe qualcuno capire? Il pianto, il suono, il rumore sono il buddha. È tutta l'esperienza di Thusness. Per conoscere il vero significato di questo, non trattenere neanche la minima traccia dell’ “Io”. Nello stato più naturale del Non-Sé, Tutto È. Anche se qualcuno dicesse la stessa affermazione, la profondità dell'esperienza è diversa. Non ha senso convincere nessuno. Qualcuno può capire? Qualsiasi forma di rifiuto, Qualsiasi tipo di divisione È rifiutare la buddhità. Se c'è la minima percezione di un soggetto, di un sperimentatore, ci siamo persi il punto. La Consapevolezza Naturale è senza soggetto. La vividezza e la chiarezza. Senti, assapora, vedi ed ascolta con totalità. Non c'è mai un “Io”. Grazie Buddha, Tu veramente sai. :)"


Fase 5: Nessun Riflesso nello Specchio

Non c'è uno specchio che riflette 

In tutto ciò che appare, semplicemente c’è. 

Una mano sola batte le mani 

Tutto È!

Effettivamente, la Fase 4 è semplicemente l'esperienza della non divisione tra soggetto/oggetto. L'illuminazione iniziale intravista dalla strofa dell'anatta è senza sé, ma nella fase successiva del mio progresso sembrava più una unione inseparabile tra soggetto e oggetto, piuttosto che assolutamente senza soggetto. Questo è precisamente il secondo caso dei Tre livelli di comprensione del Non-Dualismo. Ero ancora meravigliato dalla purezza e dalla vividezza dei fenomeni nella fase 4.

La Fase 5 è piuttosto completa nell'essere nessuno, e la chiamerei anatta in tutti e tre gli aspetti: nessuna divisione tra soggetto e oggetto, nessun doer-ship e assenza di agente.

Il punto di svolta qui è la visione diretta e completa che “lo specchio non è nient'altro che un pensiero che sorge”. Con questo, la solidità e tutta la grandezza di “Brahman” vanno giù per lo scarico. Tuttavia, ci si sente perfettamente a proprio agio e liberati senza l'agente e semplicemente come un pensiero che sorge o come in un vivido momento di rintocco di campana. Tutta l’intensità e la presenza rimangono, con un senso aggiuntivo di libertà. Qui un'unione tra specchio e riflesso è chiaramente compresa come falsa, c'è solo un’intensa ricordo. Non può esserci una “unione” se non c'è un soggetto da cui partire. È solo nel richiamo sottile, cioè in un pensiero che richiama un momento precedente di pensiero, che sembra esistere l'osservatore. Da qui, mi sono spostato verso il terzo grado del non-dualismo.

La Prima Strofa completa e perfeziona la Seconda per rendere l'esperienza del non-sé completa e naturale in soli cinguettii di uccelli, battiti di tamburo, passi, cielo, montagna, camminare, masticare e gustare; nessun testimone che si nasconde da nessuna parte! “Tutto” è un processo, un evento, una manifestazione e un fenomeno, niente di ontologico o con un'essenza.

Questa fase è un'esperienza non-duale molto completa; c'è spontaneità nel non-duale e si realizza che nella visione c'è sempre solo paesaggio e nell'ascolto ci sono sempre solo suoni. Troviamo vera gioia nella naturalezza e nell'ordinarietà, come comunemente espresso nello Zen come “tagliare la legna, portate l'acqua; la primavera arriva, l'erba cresce”. Per quanto riguarda l'ordinarietà (vedi " Su Maha nell'Ordinarietà"), questa deve anche essere compresa correttamente. Una recente conversazione con Simpo riassume ciò che sto cercando di trasmettere riguardo all'ordinarietà. Simpo (Longchen) è un praticante molto perspicace e sincero, ci sono alcuni articoli di alta qualità scritti da lui sul non-dualismo sul suo sito web Dreamdatum.

Sì, Simpo,

Il non-duale è ordinario poiché non esiste un’ “altra” fase da raggiungere. Appare straordinario e grandioso solo in seguito a un confronto.

Detto ciò, l'esperienza maha che si manifesta come "masticare l'universo" e la spontaneità dell'accadimento primordiale devono comunque rimanere maha, liberi, infiniti e chiari. Perché è ciò che è e non può essere diversamente. La "straordinarietà e grandiosità" che risultano dal confronto devono essere correttamente distinte dal “cos'è” del non-duale.

Ogni volta che si verifica una tensione, è già una manifestazione della “divisione tra chi vive l’esperienza e ciò che è sperimentato”. Dal punto di vista convenzionale, essendo questa la causa, è anche l'effetto. Qualunque sia la condizione, che sia il risultato di situazioni sfavorevoli o di un richiamo sottile per raggiungere una certa sensazione positiva o un tentativo di risolvere una divisione immaginaria, dobbiamo considerare che l'illuminazione “non-duale” non ha pervaso completamente il nostro essere come fa la “tendenza karmica a dividere”. Non abbiamo accolto ciò che è con coraggio, apertura e senza riserve. :-)

È solo il mio punto di vista, una condivisione informale.

I praticanti, a questo livello, spesso diventano euforici credendo che questa fase sia finale; in realtà sembra essere una sorta di pseudo-finalità. Ma si tratta di un fraintendimento. Non si può dire molto. Il praticante sarà anche naturalmente condotto verso la perfezione spontanea senza procedere ulteriormente nello svuotamento degli aggregati. :-)

Per ulteriori commenti: http://buddhism.sgforums.com/forums/1728/topics/210722?page=6


Commenti:

La caduta è completa, il centro è scomparso. Il centro non è altro che una sottile tendenza karmica a dividere. Un'espressione più poetica potrebbe essere "il suono sente, il paesaggio vede, la polvere è lo specchio". I fenomeni transitori stessi sono sempre stati lo specchio; solo una forte visione dualistica impedisce la visione.

Spesso sono necessari cicli e cicli di raffinamento delle nostre intuizioni per rendere il non-duale meno “impegnato” e più “spontaneo”. Questo è correlato all'esperienza della non-solidità e della spontaneità dell'esperienza. La sottosezione "On the first stanza" del post  "Sull'Anatta (Nessun-Sé), Vuoto, Maha e Ordinarietà, e Perfezione Spontanea" approfondisce ulteriormente questa fase di intuizione.

In questa fase, dobbiamo essere chiari sul fatto che svuotare il soggetto porterà solo alla non-dualità e che c'è bisogno di svuotare ulteriormente gli aggregati, i 18 dhatus. Ciò significa che è necessario penetrare ulteriormente nella natura vuota dei 5 aggregati, dei 18 dhatus, con l'origine dipendente e il concetto di vuoto. La necessità di rendere solido un Brahman Universale è compresa come la tendenza karmica a “solidificare” le esperienze. Questo porta alla comprensione della natura vuota della presenza non-duale.


Fase 6: La Natura della Presenza è Vuota

Fase 4 e 5 sono la scala di grigi per vedere attraverso il soggetto che in realtà (anatta) non esiste , ci sono solo gli aggregati. Tuttavia, persino gli aggregati sono vuoti (Sutra del Cuore). Può sembrare ovvio, ma spesso, persino un praticante che ha maturato l'esperienza dell'anatta (come nella fase 5) trascurerà la sua essenza.

Come ho già detto in precedenza, la fase 5 sembra essere la fase finale ed è inutile enfatizzare qualsiasi cosa. Che uno proceda ulteriormente ad esplorare questa natura vuota della Presenza e ad entrare nel mondo Maha di talezza dipenderà dalle nostre condizioni.

In questo momento, è necessario avere chiarezza su cosa non sia il Vuoto per evitare fraintendimenti:

Il Vuoto non è una sostanza.

Il Vuoto non è un substrato o uno sfondo.

Il Vuoto non è la luce.

Il Vuoto non è la coscienza o la consapevolezza.

Il Vuoto non è l'Assoluto.

Il Vuoto non esiste autonomamente.

Gli oggetti non sono composti dal Vuoto.

Gli oggetti non sorgono dal Vuoto.

Il Vuoto del "Io" non nega il "Io".

Il Vuoto non è la sensazione che si verifica quando nessun oggetto appare alla mente.

Meditare sul Vuoto non consiste nel calmare la mente.

Fonte: Insegnamento del Vuoto Non-Duale

E vorrei aggiungere,

Il Vuoto non è un percorso di pratica 

Il Vuoto non è una forma di fruizione

Il Vuoto è la “natura” di tutte le esperienze. Non c'è nulla da raggiungere o praticare. Quello che dobbiamo realizzare è questa natura vuota, questa natura di “inafferrabilità”, “impossibilità di localizzazione” e “interconnessione” di tutto quanto. Il Vuoto rivelerà che non solo non c'è un “chi” nella consapevolezza pristina, ma non c'è neanche un “dove” e un “quando”. Sia che si tratti di “Io”, “Qui” o “Ora”, sono tutte semplicemente impressioni che sorgono in dipendenza dal principio di condizionalità.


Quando c'è questo, c'è quello. 

Con la comparsa di questo, compare quello. 

Quando questo non è, neanche quello è. 

Con la cessazione di questo, cessa anche quello.


La profondità di questo principio in quattro versi di condizionalità non risiede nelle parole. Per una esposizione più teorica, consulta "Insegnamenti del Vuoto Non-Duale" del Dottor Greg Goode; per una narrazione più esperienziale, consulta la sottosezione "Sul Vuoto" e "Sul Maha" nel post “sull'Anatta (Nessun-Sé), Vuoto, Maha e Ordinarietà, e Perfezione Spontanea".

Commenti:

Qui la pratica è chiaramente compresa come né inseguire lo specchio né fuggire dal riflesso di Maya; è vedere in modo completo la “natura” del riflesso. Vedere che non c'è davvero nessuno specchio al di fuori del riflesso in corso dovuto alla nostra natura vuota. Non c'è uno specchio a cui aggrapparsi come realtà di sfondo né un Maya da cui fuggire. Oltre questi due estremi si trova il cammino di mezzo: la saggezza prajna di vedere che Maya è la nostra natura di Buddha.

Recentemente, An Eternal Now ha aggiornato alcuni articoli di alta qualità che descrivono meglio l'esperienza maha di talezza. Ti invito a leggere i seguenti articoli:

Le ultime 3 sottosezioni ("Sul Vuoto", "Su Maha nell'Ordinarietà", "Perfezione Spontanea") del post "Sull'Anatta (Nessun-Sé), Vuoto, Maha e Ordinarietà, e Perfezione Spontanea" elaborano questa fase di comprensione del vuoto e il progresso graduale nel maturare l'esperienza nella modalità di pratica senza sforzo. È importante sapere che, oltre all'esperienza dell'irrintracciabilità e dell'inarrestabilità del vuoto, l'interconnessione di tutto ciò che crea l' esperienza Maha è altrettanto preziosa.


Fase 7: La Presenza è Perfettamente Spontanea

Dopo cicli e cicli di perfezionamento della nostra pratica e delle nostre intuizioni, giungeremo a questa realizzazione:

L'Anatta è un sigillo, non una fase.

La consapevolezza è sempre stata non-duale.

Le apparizioni sono sempre state Non-sorgenti.

Tutti i fenomeni sono “interconnessi” per natura Maha.


Tutto è sempre stato così. Solo visioni dualistiche e intrinseche stanno oscurando questi fatti esperienziali e quindi ciò di cui c'è realmente bisogno è semplicemente sperimentare apertamente e senza riserve ciò che si presenta (vedi sezione "Sulla Perfezione Spontanea" ). Tuttavia, ciò non indica la fine della pratica; la pratica si sposta semplicemente per diventare dinamica e basata sulle condizioni e sulla manifestazione. Il terreno e il percorso della pratica diventano indistinguibili.


Commenti:

L'intero articolo su Anatta (Nessun-Sé), Vuoto, Maha e Ordinarietà e Perfezione Spontanea può essere considerato come i diversi approcci verso la realizzazione finale di questa natura già perfetta e non artificiosa della consapevolezza.



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Below is translated by ChatGPT by Soh:


Siete i benvenuti a unirvi al nostro gruppo di discussione su Facebook - https://www.facebook.com/groups/AwakeningToReality/ Ad oggi - Anno 2019, circa 12 anni dopo che questo articolo è stato scritto per la prima volta da Thusness, più di 30 persone hanno realizzato anatta (aggiornamento 2022: ora più di 60 secondo il mio conteggio!) incontrando questo blog, me stesso o Thusness. Sono felice che questi articoli e blog abbiano avuto un impatto positivo sulla comunità spirituale e sono fiducioso che continueranno ad essere di beneficio per molti altri ricercatori negli anni a venire. Mi è venuto all'attenzione dopo tutti questi anni che nonostante le chiare descrizioni di Thusness sopra, le 7 Fasi di intuizioni di Thusness sono molto spesso fraintese. Ecco perché sono necessarie ulteriori chiarificazioni ed elaborazioni. Fate riferimento a questi articoli per ulteriori commenti di Thusness sulle 7 fasi: Differenza Tra la Fase 1 e 2 di Thusness e altre Fasi Buddha Nature NON è 'IO SONO' Interpretazione Errata di IO SONO come Sfondo Differenza Tra la Fase 4 e 5 di Thusness (Non-dualità Sostanziale vs Anatta) Differenza Tra la Fase 4 e 5 di Thusness (2° articolo, più breve commentato da Soh) Due Tipi di Contemplazione Non-duale dopo IO SONO (Su Come Realizzare Anatta) Consigli per Taiyaki (Punti per la Contemplazione Post-Anatta) Vuoto +A e -A (Sui due intuizioni esperienziali coinvolti nella Fase 6 di Thusness) Il Mio Sutra Preferito, Non-Sorgere e Origine Dipendente del Suono Non-Sorgere a causa dell'Origine Dipendente Esercizio Totale e Pratiche Per ulteriori indicazioni su come indagare e contemplare per raggiungere ciascuna di quelle realizzazioni sopra, vedere Book Recommendations 2019 e Practice Advise È importante notare che è comune avere certe intuizioni sul non-sé, impersonalità e non-agentività, e tuttavia non è lo stesso dell'intuizione della Fase 5 di Thusness o persino della Fase 4 di Thusness, come discusso in Non-Agentività Non è Ancora Realizzazione di Anatta. Se pensi di aver realizzato Anatta o la Fase 5, assicurati di consultare questo articolo, poiché è molto comune scambiare la non-agentività, la non-dualità sostanzialista o addirittura uno stato di no-mente per l'intuizione di anatta: Diversi Gradi di Non-Sé: Non-Agentività, Non-duale, Anatta, Esercizio Totale e Affrontare le Difficoltà. Stimo che quando qualcuno dice di aver raggiunto il non-sé, nel 95% al 99% dei casi si riferiscono a impersonalità o non-agentività, non nemmeno non-duale, figuriamoci la vera realizzazione di anatman (il sigillo del dharma del non-sé del Buddhismo). Inoltre, un altro errore comune è pensare che l'esperienza di picco della no-mente (dove qualsiasi traccia o senso di essere un soggetto/percettore/sé/Self dietro l'esperienza si dissolve temporaneamente e ciò che resta è semplicemente 'solo esperienza' o 'solo i vividi colori/suoni/profumi/gusto/tocco/pensiero) sia simile all'intuizione/realizzazione del sigillo dharma di anatta della Fase 5 di Thusness. Non è lo stesso. È comune avere un'esperienza, ma raro avere una realizzazione. Tuttavia, è la realizzazione di anatta che stabilizza l'esperienza o la rende senza sforzo. Ad esempio, nel mio caso, dopo che la realizzazione di anatta è sorta e si è stabilizzata, non ho la minima traccia o senso di divisione soggetto/oggetto o agentività per circa 8 anni, fino ad ora, e John Tan riferisce lo stesso per gli ultimi 20+ anni (ha realizzato anatta nel 1997 e superato la traccia di sfondo in un anno circa). Va notato che superare la divisione soggetto/oggetto e l'agentività (che avviene anche nella Fase 5 di Thusness) non significa che altre oscurezze più sottili vengano eliminate -- l'eliminazione completa di questo è la piena Buddità (un argomento discusso nell'articolo Buddità: La Fine di Tutte le Afflizioni Emozionali/Mentali e Oscurezze della Conoscenza, così come nel capitolo Realizzazioni Buddiste Tradizionali: Arahantship e Buddità in Awakening to Reality: A Guide to the Nature of Mind). Questo è naturale dopo che la realizzazione prende il posto del vecchio paradigma o dei modi di percezione condizionati, è un po' come risolvere un puzzle di immagini e non smettere mai di vederlo di nuovo. Tuttavia, questo non indica una fine o finalità nella pratica, o il raggiungimento della Buddità. La pratica continua, diventa semplicemente dinamica e basata sulle condizioni come affermato nella Fase 7, anche la Fase 7 non è una finalità. Il tema dell'esperienza contro la realizzazione è discusso ulteriormente in No Mind and Anatta, Focusing on Insight. È anche comune cadere nella malattia della non-concettualità, scambiandola come la fonte della liberazione e quindi aggrappandosi o cercando uno stato di non-concettualità come oggetto principale della pratica, mentre la liberazione deriva solo dal dissolvimento dell'ignoranza e delle visioni (di dualità soggetto/oggetto e di esistenza intrinseca) che causano reificazione, tramite intuizione e realizzazione. (Vedi: La Malattia della Non-Concettualità) È vero che la reificazione è concettuale. Ma semplicemente allenarsi ad essere non-concettuali è semplicemente sopprimere i sintomi senza trattare la causa - ignoranza (riposare nella presenza non-concettuale è importante come parte della formazione meditativa ma deve andare di pari passo con la saggezza [intuizione in anatta, origine dipendente e vuoto] come attualizzazione naturale in corso di anatta). Perché la non-reificazione porta alla non-concettualità, ma la non-concettualità di per sé non porta a una percezione non-reificata." Quindi, quando le intuizioni su anatta, D.O. [origine dipendente] e vuoto sono realizzate e attualizzate, la percezione è naturalmente non-reificata e non-concettuale. Inoltre, dobbiamo vedere la natura vuota e non-sorgente di tutti i fenomeni dalla prospettiva dell'origine dipendente. Thusness scrisse nel 2014, 'Che sia il Buddha stesso, Nagarjuna o Tsongkhapa, nessuno [di loro] è mai stato sopraffatto e stupito dalla profondità dell'origine dipendente. È solo che non abbiamo la saggezza per penetrare abbastanza a fondo.' e 'In realtà se non vedi l'Origine Dipendente, non vedi il Buddhismo [cioè l'essenza del Buddhadharma]. Anatta è solo l'inizio.' È anche necessario comprendere che le 7 fasi non sono classificazioni di 'importanza', ma sono semplicemente l'ordine in cui si sono sviluppate alcune intuizioni nel viaggio di Thusness, anche se anch'io ho attraversato le fasi più o meno nello stesso ordine. Ogni realizzazione nelle 7 Fasi di Thusness è importante e preziosa. La realizzazione di 'IO SONO' non dovrebbe essere vista come 'meno importante' o 'arbitraria' rispetto alla realizzazione del vuoto, e spesso dico alle persone di iniziare con o attraversare la realizzazione di IO SONO per far emergere prima l'aspetto della luminosità (per altri, questo aspetto sarà evidente solo nelle fasi successive della pratica). O come disse in passato Thusness, dovremmo 'vedere tutto come intuizioni importanti per liberare la profonda condizionamento karmico in modo che la chiarezza diventi senza sforzo, non artificiosa, libera e liberatoria.' Le fasi delle realizzazioni potrebbero non necessariamente sorgere nello stesso ordine o modo lineare per ogni persona, e potrebbe essere necessario ciclare attraverso le intuizioni un paio di volte per 'approfondire' (vedi: Le fasi di intuizione sono strettamente lineari?) Inoltre, come disse Thusness, 'L'anatta che ho realizzato è abbastanza unico. Non è solo una realizzazione del non-sé. Ma deve prima avere un'intuizione intuitiva della Presenza. Altrimenti dovrà invertire le fasi delle intuizioni' (vedi: Anatta e Presenza Pura) E come Coscienza scrisse in precedenza, "Ciao Jax, nonostante tutte le differenze che possiamo avere sulle yane inferiori, nessuna pratica necessaria, Assoluto... Apprezzo davvero il tuo fervido tentativo di portare questo messaggio alla luce e concordo pienamente con te su questo aspetto della “trasmissione”. Se si vuole davvero che questa essenza sia “trasmessa”, come potrebbe essere diversamente? Perché ciò che deve essere passato è veramente di un'altra dimensione, come può essere adulterato con parole e forme? Gli antichi insegnanti osservano e aspettano seriamente la giusta condizione per passare l'essenza senza riserve e con tutto il cuore. Tanto che quando l'essenza viene trasmessa, deve bollire il sangue e penetrare profondamente nel midollo osseo. L'intero corpo-mente deve diventare un occhio che si apre. Una volta aperto, tutto si trasforma in “spirito”, l'intelletto mentale cade e ciò che resta è vitalità e intelligenza ovunque! Jax, ti auguro sinceramente bene, solo non lasciare traccia nell'Assoluto. Andato!" Inoltre, è molto importante capire che avere una comprensione concettuale di non-sé, origine dipendente e vuoto è molto diverso dalla realizzazione diretta. Come ho detto a Mason Spransy in L'Importanza della Luminosità, è molto possibile avere la comprensione concettuale della Fase 6 ma mancare nella realizzazione diretta (vedi: Coscienza / Mason Spransy). Come Coscienza ha sottolineato nello Scopo del Madhyamaka, se dopo tutte le analisi e contemplazioni del Madhyamaka (gli insegnamenti buddisti del vuoto insegnati da Nagarjuna) uno non riesce a realizzare che il mondano è proprio dove la propria radianza naturale si esprime pienamente, è necessaria un'indicazione separata. Molti si chiedono, perché la necessità di così tante fasi di intuizioni? Esiste un modo per raggiungere la liberazione istantaneamente? Alcune persone trovano tutte queste fasi e informazioni eccessivamente complesse. Non è la verità qualcosa di diretto e semplice? Per i pochi fortunati (o forse, qualcuno di 'capacità superiore'), come Bahiya del Panno di Corteccia, sono stati in grado di raggiungere la liberazione immediatamente dopo aver sentito un solo verso del Dhamma/Dharma del Buddha. Per la maggior parte di noi, c'è un processo di scoperta della verità e di penetrazione dei nostri spessi strati di illusioni. È molto comune rimanere bloccati in una fase di realizzazione e pensare di aver raggiunto una finalità (anche in fasi precedenti come la Fase 1 di Coscienza), ma sono ancora incapaci di dissolvere identità sottili e reificazioni che causano attaccamento, impedendo così la liberazione. Se uno è in grado di penetrare con intuizione e sciogliere tutte le identità/sé/reificazioni di sé in una volta, potrebbe essere liberato sul posto. Ma se (molto probabilmente) uno non ha questa capacità di penetrare tutte le illusioni in una volta, ulteriori indicazioni e fasi di intuizioni sono necessarie. Come Coscienza ha detto, "Anche se Joan Tollifson ha parlato dello stato naturale non-duale come qualcosa di “così semplice, così immediato, così ovvio, così sempre presente che spesso trascuriamo”, dobbiamo capire che anche solo per arrivare a questa realizzazione della 'Semplicità di Ciò Che È', un praticante dovrà sottoporsi a un processo meticoloso di decostruzione delle costruzioni mentali. Dobbiamo essere profondamente consapevoli dell’'incantesimo accecante' per comprendere la coscienza. Credo che Joan abbia attraversato un periodo di profonde confusioni, da non sottovalutare. :)" (Estratto da: Tre Paradigmi con Luminosità Nondual) Come John Tan ha detto, "Anche se la natura di Buddha è semplicità e diretta, queste sono ancora le tappe. Se uno non conosce il processo e dice 'sì, è questo'... allora è estremamente fuorviante. Per il 99 percento [delle persone 'realizzate'/'illuminati'] di cui si parla è "IO SONO", e non sono andati oltre la permanenza, pensando ancora [alla] permanenza, senza forma... ...quasi tutti la penseranno lungo la linea di "IO SONO", tutti sono come i nipoti di "AMness", ed è quella la radice della dualità.” - John Tan, 2007 Le fasi sono come una zattera, è per lo scopo di attraversare, è per lo scopo di abbandonare le nostre illusioni e attaccamenti, piuttosto che per aggrapparsi come qualche sorta di dogma. È un mezzo abile per guidare i cercatori a realizzare la loro natura mentale e per evidenziare le insidie e i punti ciechi. Una volta realizzato, tutte le intuizioni sono attualizzate momento per momento e non si pensa più alle fasi, né si terrà a un'ideazione di avere un conseguimento né un ottenitore, né un altro posto dove arrivare. L'intero campo luminoso di esposizione è semplicemente suchness zero-dimensionale, vuoto e non-sorso. In altre parole, una volta che la zattera o la scala ha svolto il suo scopo, viene lasciata da parte anziché portata sulla riva. Come Coscienza ha scritto nel 2010, "In realtà, non esiste una scala o un 'non sé' per niente. Solo questo respiro, questo profumo che passa, questo suono che sorge. Nessuna espressione può essere più chiara di questa/e ovvietà. Semplice e Puro!" Ma ciò che Coscienza ha detto qui si riferisce alla realizzazione attuale post-anatta. È facile indurre uno stato di esperienza di no-mente -- ad esempio ci sono molte storie su maestri Zen che danno un colpo completamente inaspettato, un grido, un pizzicotto sul naso all'improvviso, e in quel momento di dolore e shock, ogni senso di sé e infatti tutti i concetti vengono completamente dimenticati e rimane solo il vivido dolore. Questo può indurre quello che chiamiamo un'esperienza di no-mente (un'esperienza di picco di no-sé/no-soggetto) ma non dovrebbe essere confusa con la realizzazione di anatta. Tuttavia, la realizzazione di anatta è ciò che rende la no-mente uno stato naturale senza sforzo. La maggior parte di quei maestri che hanno accesso all'esperienza nondual che ho visto esprimono solo uno stato di no-mente ma non la realizzazione di anatta. Come accennato in precedenza, questo argomento è discusso ulteriormente in No Mind e Anatta, Focusing on Insight e il quarto punto di Realizzazione ed Esperienza e Esperienza Non-Duale da Diverse Prospettive. Quindi, fino a quando le 7 fasi non sono realizzate e attualizzate, la mappa è ancora molto utile. Coscienza ha scritto anche molti anni fa commentando qualcuno che discuteva la pratica Dzogchen come la realizzazione dell'essenza luminosa e l'integrazione in tutte le esperienze e attività, "Capisco cosa intendeva ma il modo in cui è insegnato (Soh: cioè discusso dalla persona) è fuorviante. È semplicemente un'esperienza non-duale e sperimentare la presenza sia in primo piano che sullo sfondo e nei 3 stati (Soh: veglia, sogno, sonno profondo senza sogni). Quella non è realizzare la nostra vera natura vuota ma la nostra essenza luminosa... ...capire la differenza tra luminosità e natura vuota (Soh: la luminosità qui si riferisce all'aspetto della Presenza-Consapevolezza, e il vuoto si riferisce alla mancanza di esistenza intrinseca o essenza di Presenza/Sé/Fenomeni)... ...Molto spesso, le persone si affidano all'esperienzae non alla vera realizzazione della visione. La visione corretta (Soh: dell'anatta (non-sé), origine dipendente e vuoto) è come un neutralizzatore che neutralizza le visioni dualistiche e intrinseche; di per sé, non c'è nulla a cui tenersi. Quindi realizza a cosa punta la visione corretta e tutte le esperienze verranno naturalmente. La giusta esperienza di illuminazione è come quella descritta da (Maestro Zen) Dogen, non solo uno stato non-duale in cui collassano l'esperiente e ciò che è esperito in un flusso di esperienza non-duale. Questo ti ho detto chiaramente." (Commenti aggiornati: D'altra parte, gli insegnamenti Dzogchen veri e propri sono completamente in linea con la realizzazione di anatman e shunyata, vedi gli scritti del maestro Dzogchen Acarya Malcolm Smith per iniziare https://www.awakeningtoreality.com/2014/02/clarifications-on-dharmakaya-and-basis_16.html) Infine, concluderò con qualcosa che Coscienza ha scritto nel 2012, "Non si può parlare di vuoto e liberazione senza parlare di consapevolezza. Invece, comprendere la natura vuota della consapevolezza e vedere la consapevolezza come questa singola attività di manifestazione. Non vedo la pratica separata dal realizzare l'essenza e la natura della consapevolezza. L'unica differenza è vedere la Consapevolezza come un'essenza ultima o realizzare la consapevolezza come questa attività senza soluzione di continuità che riempie l'intero Universo. Quando diciamo che non c'è profumo di un fiore, il profumo è il fiore... ciò perché la mente, il corpo, l'universo sono tutti insieme decostruiti in questo unico flusso, questo profumo e solo questo... Nient'altro. Questa è la Mente che è no mente. Non esiste una Mente Ultima che trascende qualcosa nell'illuminazione buddista. La mente È questa stessa manifestazione di totale esertazione... interamente così. Quindi c'è sempre no mente, sempre solo questa vibrazione di treno in movimento, questa aria fresca del condizionatore, questo respiro... La domanda è dopo le 7 fasi di intuizioni può questo essere realizzato ed esperito e diventa l'attività continua della pratica nell'illuminazione e l'illuminazione nella pratica -- pratica-illuminazione." Inoltre, ha scritto nel 2012, "La consapevolezza si è distinta? Non è necessaria alcuna concentrazione. Quando sei ingressi e uscite sono puri e primordiali, l'incondizionato risplende, rilassato e spontaneo, luminoso ma vuoto. Lo scopo di attraversare le 7 fasi di cambio di percezione è per questo... Qualunque cosa sorga è libera e spontanea, questa è la via suprema. Qualunque cosa sorga non ha mai lasciato il loro stato nirvanico... ... la tua modalità di pratica attuale [dopo quelle intuizioni esperienziali] dovrebbe essere il più diretta e spontanea possibile. Quando non vedi nulla dietro e le apparenze magiche sono troppo vuote, la consapevolezza è naturalmente lucida e libera. Visioni e tutte le elaborazioni si dissolvono, mente-corpo dimenticati... solo consapevolezza ininterrotta. La consapevolezza naturale e spontanea è l'obiettivo supremo. Rilassati e non fare nulla, Aperto e senza confini, Spontaneo e libero, Qualunque cosa sorga va bene ed è liberata, Questa è la via suprema. In alto/basso, dentro/fuori, Sempre senza centro e vuoto (vuoto doppio), Quindi la visione è pienamente realizzata e tutte le esperienze sono grande liberazione." Nel 2014, ha detto, "Tutte le 7 fasi di intuizione possono essere realizzate ed esperite, non sono verbosità. Ma la perfezione in termini di attualizzazione nella vita quotidiana richiede di affinare la nostra visione, affrontare situazioni e dedicare tempo di qualità in anatta e totale esertazione. Il problema è che molti non hanno la disciplina e la perseveranza." Sei il benvenuto a unirti al nostro gruppo di discussione su Facebook - https://www.facebook.com/groups/AwakeningToReality/ p.s. Se ti piace leggere altri scritti di Coscienza/PasserBy, dai un'occhiata a: Su Anatta (Non-Sé), Vuoto, Maha e Ordinariezza, e Perfezione Spontanea Realizzazione ed Esperienza e Esperienza Non-Duale da Diverse Prospettive Post iniziali del forum di Coscienza Parte 2 dei Post iniziali del forum di Coscienza Parte 3 dei Post iniziali del forum di Coscienza Prime Conversazioni Parte 4 Prime Conversazioni Parte 5 Prime Conversazioni Parte 6 Le Prime Conversazioni di Coscienza (2004-2007) Parte 1 a 6 in un Unico Documento PDF Le Conversazioni di Coscienza tra il 2004 e il 2012 Un commento occasionale sull'Origine Dipendente Lasciare tracce o Raggiungimento? Vuoto come Visione senza Visione e Abbracciare la Transitorietà Portare il Non-Duale in Primo Piano (Coscienza ha scritto questo a me dopo che stavo avendo esperienze nonduali dopo IO SONO ma prima della realizzazione di anatta) Mettendo da parte la Presenza, Penetrare Profondamente nel Vuoto Doppio (Coscienza ha scritto questo a me dopo che stavo avendo una più profonda intuizione in anatta dopo una iniziale realizzazione di anatta) Risposta a Yacine Sigillo Diretto della Grande Beatitudine Il Campo di Consapevolezza Illimitato Sezione dei commenti de Il Buddha sul Non-Dualismo Perché l'Interesse Speciale nello Specchio? Cos'è un Insegnamento Buddista Autentico? Il Sentiero dell'Anatta La Chiave Verso la Pura Consapevolezza Il luogo dove non c'è terra, fuoco, vento, spazio, acqua Post del Blog AtR Taggati Sotto 'John Tan' Aggiornamento: è ora disponibile una guida come aiuto per realizzare e attualizzare le intuizioni presentate in questo blog. Vedi https://app.box.com/s/157eqgiosuw6xqvs00ibdkmc0r3mu8jg Aggiornamento 2: Una nuova versione abbreviata (molto più breve e concisa) della guida AtR è ora disponibile qui: http://www.awakeningtoreality.com/2022/06/the-awakening-to-reality-practice-guide.html, questa può essere più utile per i nuovi arrivati (130+ pagine) poiché l'originale (oltre 1000 pagine) potrebbe essere troppo lungo da leggere per alcuni. Consiglio vivamente di leggere quella guida pratica AtR gratuita. Come ha detto Yin Ling, "Penso che la guida AtR abbreviata sia molto buona. Dovrebbe portare uno all'anatta se davvero va a leggere. Concisa e diretta." Aggiornamento: 9 settembre 2023 - AudioBook (Gratuito) della Guida Pratica di Risveglio alla Realtà è ora disponibile su SoundCloud! https://soundcloud.com/soh-wei-yu/sets/the-awakening-to-reality Infine, vorrei menzionare che questo articolo -- le 7 Fasi di Intuizioni -- si riferisce all'aspetto della saggezza (prajna) dei tre allenamenti. Tuttavia, per avere una pratica integrale necessaria per la liberazione, ci sono altri due componenti - etica e compostezza meditativa (vedi: Mente Senza Misure (PDF)). Avere una pratica quotidiana di meditazione seduta è importante come parte di un percorso spirituale integrale verso la liberazione, anche se la meditazione va oltre il solo sedersi, specialmente post-anatta. Coscienza/John Tan siede ancora due ore al giorno o più oggi. Anche se stai praticando l'indagine, avere una pratica di seduta disciplinata è molto utile ed è stata importante per me. (Vedi: Come la meditazione silenziosa mi ha aiutato con l'indagine nondual). Inoltre, vedi questo insegnamento del Buddha sull'importanza della compostezza meditativa congiunta con l'insight per lo scopo di superare le afflizioni mentali, e le sue istruzioni sulla consapevolezza del respiro (Anapanasati) qui.

My mom asked me how she should practice. I translated the following for her:

[11/1/24, 11:44:21 PM] Soh Wei Yu: ”For the purposes of contemplation for the first breakthrough awakening (the I AM), this pointer by Angelo Dillulo (author of Awake: It’s Your Turn, he also realised deep insights further than the initial awakening and his pointers are clear) is important:

“Inquiry for First Awakening

The inquiry that leads to first awakening is a funny thing. We want to know “how” precisely to do that inquiry, which is completely understandable. The thing is that it’s not wholly conveyable by describing a certain technique. Really it’s a matter of finding that sweet spot where surrender and intention meet. I will describe an approach here, but it’s important to keep in mind that in the end, you don’t have the power (as what you take yourself to be) to wake yourself up. Only Life has that power. So as we give ourselves to a certain inquiry or practice it’s imperative that we remain open. We have to keep the portals open to mystery, and possibility. We have to recognize that the constant concluding that “no this isn’t it, no this isn’t it either...” is simply the activity of the mind. Those are thoughts. If we believe a single thought then we will believe the next one and on and on. If however we recognize that, “oh that doubt is simply a thought arising now,” then we have the opportunity to recognize that that thought will subside on its own... and yet “I” as the knower of that thought am still here! We can now become fascinated with what is here once that thought (or any thought) subsides. What is in this gap between thoughts? What is this pure sense of I, pure sense of knowing, pure sense of Being? What is this light that can shine on and illuminate a thought (as it does thousands of times per day), and yet still shines when no thought is present. It is self illuminating. What is the nature of the one that notices thoughts, is awake and aware before, during, and after a thought, and is not altered in any way by any thought? Please understand that when you ask these questions you are not looking for a thought answer, the answer is the experience itself.

When we start to allow our attention to relax into this wider perspective we start to unbind ourselves from thought. We begin to recognize the nature of unbound consciousness by feel, by instinct. This is the way in.

At first we may conclude that this gap, this thoughtless consciousness is uninteresting, unimportant. It feels quite neutral, and the busy mind can’t do anything with neutral so we might be inclined to purposely engage thoughts again. If we recognize that “not interesting, not important, not valuable” are all thoughts and simply return to this fluid consciousness, it will start to expand. But there is no need to think about expansion or watch for it. It will do this naturally if we stay with it. If you are willing to recognize every thought and image in the mind as such, and keep your attention alert but relaxed into the “stuff” of thought that is continuous with the sense of I, it will all take care of itself. Just be willing to suspend judgement. Be willing to forego conclusions. Be willing to let go of all monitoring of your progress, because these are all thoughts. Be open to the pure experience. Just return again and again to this place of consciousness with no object or pure sense of I Am. If you are willing to do this it will teach itself to you in a way that neither I nor anyone I’ve ever seen can explain, but it is more real than real.

Happy Travels.

Art by: Platon Yurich””

[11/1/24, 11:44:23 PM] Soh Wei Yu: chatgpt translation:

[11/1/24, 11:47:56 PM] Soh Wei Yu: 为了第一层觉醒的冥想目的,Angelo Dillulo(《觉醒:轮到你了》的作者,他还实现了比最初的觉醒更深刻的洞察,他的指点非常清晰)的这个指点很重要:


“第一层觉醒的探究


通往第一层觉醒的探究是一件有趣的事情。我们想知道“如何”准确地进行这种探究,这是完全可以理解的。问题在于,它不是通过描述某种特定技巧就可以完全传达的。实际上,它是在投降和意图相遇的那个甜蜜点中找到的。我在这里将描述一种方法,但重要的是要记住,最终,你没有能力(作为你认为的自己)来唤醒自己。只有生命有那种能力。所以当我们投入到某种探究或实践时,保持开放非常重要。我们必须保持神秘和可能性的通道敞开。我们必须认识到,不断地下结论“不,这不是,不,这也不是……”仅仅是心智的活动。那些都是思想。如果我们相信一个想法,那么我们就会相信下一个,如此这般。然而,如果我们认识到,“哦,那种怀疑仅仅是现在出现的一个想法”,那么我们就有机会认识到,那个想法会自行消退……而“我”作为那个想法的知晓者,仍然在这里!我们现在可以对思想消退后的这里所呈现的东西感到着迷。思想间隙中是什么?这种纯粹的自我感、纯粹的知觉、纯粹的存在是什么?这种能照亮思想的光(如同每天成千上万次那样),即使没有思想也依然发光。它是自我照明的。注意到思想、在思想前后醒着、清明、和觉知到的那个,不被任何思想以任何方式改变的本质是什么?请理解,当你提出这些问题时,你不是在寻找一个思想上的答案,答案是体验本身。

当我们开始让我们的注意力放松到这个更广阔的视角时,我们开始解绑自己脱离思想。我们开始通过感觉、通过本能,认识到未束缚本觉的本质。这是进入的方式。

起初,我们可能会得出结论,这个间隙,这个无思想的本觉是无趣的、不重要的。它感觉相当中性,而忙碌的头脑无法处理中性,所以我们可能倾向于故意再次参与思想。如果我们认识到“不有趣,不重要,不有价值”都是思想,并简单地返回到这个流动的净识,它将开始扩张。但不需要考虑扩张或观察它。如果我们与之保持一致,它会自然地这样做。如果你愿意将脑海中的每一个想法和图像识别为这样,并保持你的注意力警醒但放松进入与本我感觉连续的“思想的东西”,一切都会自行照顾。


只需愿意暂停判断。愿意放弃结论。愿意放弃对你进展的所有监控,因为这些都是想法。对纯粹的体验保持开放。只是一次又一次地回到没有对象的本觉或纯粹的本我的净识之处。如果你愿意这样做,它会以一种我或我所见过的任何人都无法解释的方式教会你自己,但它比实际更真实。

旅途愉快。


艺术由:Platon Yurich 创作"

[11/1/24, 11:48:08 PM] Soh Wei Yu: you must have quality hours to meditate and practice the above everyday

[11/1/24, 11:48:30 PM] Soh Wei Yu: full translation of the whole article, from very long ago:

[12/1/24, 12:17:21 AM] Soh Wei Yu: full article:
Gap Between Thoughts, Thought Between Gaps



Based on some conversations earlier this year and last year by Thusness/PasserBy which I have slightly edited:

First experience the Isness of the gap between 2 moments of thought, then the Isness of the thought between 2 moments of gap.

~ Thusness/PasserBy

On the realization of luminosity in the gap between thoughts, this conversation in 2005 is relevant:





[23:23] <ZeN`n1th> Dzogchen teacher Tenzin Wangyal (1997, 29) points out:

[23:23] <ZeN`n1th> The gap between two thoughts is essence. But if in that gap there is a lack of presence, it becomes ignorance and we experience only a lack of awareness, almost an unconsciousness. If there is presence in the gap, then we experience the dharmakaya [the ultimate].

[23:24] <ZeN`n1th> so presence is the awareness?

[23:24] <ZeN`n1th> nice quote , anyway

[23:24] <ZeN`n1th> anyway u were saying about the "i"... so what do u mean?

[23:24] <^john^> without presence, it is absorption

[23:25] <^john^> very well said, where u get this quote. 🙂






However, beyond that initial awakening, we must also understand the following.

When we discriminate between awareness from thoughts, awareness appears as the 'space' behind and between thoughts. And because of discriminating awareness and content thinking, the behind background reality is preferred over content, so background awareness appears as 'awakening' -- but it is really only treating a particular speck of dust as mirror and thus unable to see all as mirror... and so instead of being 'awakening' it is actually being 'lost'. That experience is just a dimension of Presence... but due to deeply rooted habitual tendencies to grasp dualistically, one tightly clings to the 'background subject'. That is, Presence is mistaken as a true Subject or True Self behind all objects, as some kind of unchanging background. Or it becomes the Eternal Witness perceiving (dispassionately) and untouched by all impermanent objects coming and going (where in reality the knowingness cannot be separated from the flow of phenomenality). (See Stage One of Thusness/PasserBy's Seven Stages of Enlightenment) But it is not the entirety of Presence -- the aspect of non-dual, Anatta (no-self), Emptiness and Dependent Origination are not included. Because of this, it is difficult to see that the five aggregates (the 'heaps' of experiences that are designated as 'self': forms, feelings, perceptions, volition and consciousness) are Buddha-Nature.

When we talk about naked awareness it is not a state where not even a single thought arise. When it is taught about the gap between 2 moments of thought, it is to first have an experience of the nakedness of awareness. To touch just that aspect of awareness. When we extend the gaps, our thoughts become less and clarity becomes more obvious.

However it will come to a time that no matter what is done, how much effort is being invested, how long, the other aggregates do not subside. This then is the crucial moment whether one can break through into non-duality (of subject and object).

Awareness is a seamless experience that is non-dual in nature. In this seamless experience, there is no boundary whatsoever, no experiencer experiencing experience; whatever arises is experience, is awareness -- as the sound of birds chirping, as words appearing on the screen, as the thoughts itself. There is no separate hearer, seer, watcher, observer, thinker. Everything is shining, self-felt, self-knowing, self-luminous, without a center. It is always just spontaneous arising and ceasing. There is no center, agent, boundary, inside or outside... merely a seamless whole experience.

Whether perception or no perception, whether momentum or no momentum, whether there are thoughts or no thoughts, it doesn't matter. That is the arising of the non-dual wisdom, with the understanding that the transience are the Presence.

Then no thoughts and thoughts are thoroughly understood. When no thoughts and thoughts are clearly understood, it becomes Gap-less. That is true effortlessness and is the pathless path without entry and exit.

Going before the arising of thoughts and perception and have a glimpse of that luminous nature is simply just a glimpse. Here lies the importance of “concentration & absorption” in spiritual practices. It is also true that the strength of uninterrupted concentration may not be there even for one with insights, and it has to go hand in hand with their new found insight of nonduality for stability, and also move into various graduation of nonduality. In truth, there are no stages/appearances that are purer than any others – every state is equally pure and non-dual in nature. When the mind grasps pure awareness as ‘formless’, ‘thoughtless’, ‘attributeless’, and as the background reality.... the ‘fabric’ and ‘texture’ of pristine awareness as ‘forms’ is then missed. Nevertheless, for the first 3 (Thusness’s) stages of experience in Thusness/PasserBy's Seven Stages of Enlightenment - https://www.awakeningtoreality.com/2007/03/thusnesss-six-stages-of-experience.html, the problem would certainly be the lack of sustained meditation concentration as well as the tendency of trying to grasp intellectually... which is also why Thusness often emphasizes the importance of sitting. That is apart from the lack of clear and deeper insight into the nature of awareness which will lead to the effortless and self-liberating actualization of total presence or empty clarity.

The first 3 stages are before the arising of non-dual insight and the purpose of sustainability is to create sufficient gap between 2 moments of thoughts to allow the sensation of contrast between conceptual/non-conceptuality for the thinking mind to realize the possibility of going pre-symbolic thereby loosening its stubborn grips of a dualistic framework.

Sustained bare attention also gave rise to the realization that ‘inner’, ‘outer’, ‘space’, ‘time’ and even ‘body’ and ‘mind’ are all mere constructs. Freeing from these constructs, also give rise to the condition for non-dual insight to arise.

For the first 3 stages, practice takes the form of striving towards a certain stage of perfection whereas Thusness stage 4 onwards, practice moves from ‘efforting’ to natural luminosity and spontaneity. Even so, meditation is still very important as explained in Meditation after Anatta https://www.awakeningtoreality.com/2023/09/meditation-after-anatta.html .

If a practitioner mistakes that initial glimpse (such as the I AM awakening of Stage 1) as the entirety of Buddha Nature by maintaining the mirror bright and attempt to go after that particular state, it will eventually proof futile. If we see only the realm of no-thought, then the gap between two moments will eventually becomes an obstruction.

Then the practice becomes the thought moment between two moments of gaps. To experience that luminous empty essence of that thought. It is in essence clarity, awareness itself, and is empty. The waves and the ocean are one and the same. All waves are One Taste. Experiencing Isness as an ocean and shunning away thoughts and manifestation is equally lost, the further insight (insight into non-duality) is the insight into everything as self-luminous awareness or Mind. smile.gif

However, start by practicing the gap between 2 moments of thought and expand it but with the right understanding of no-self/non-duality. Then when the luminosity shines, it will gradually understand because it knows what blocks. When it tries all its best to do away the transients and yet the transients persist, one will have to wait for the right condition to come, such as having someone to point out or some verses that serves as a condition for awakening.

So first experience the Isness of the gap between 2 moments of thought, then the Isness of the thought between 2 moments of gap.

Excerpt from Pointing Out Innate Thinking:

"Is it an aware emptiness after the thought has dissolved? Or is it an aware emptiness by driving away the thought from meditation? Or, is the vividness of the thought itself an aware emptiness?"

If the meditator says it is like one of the first two cases, he had not cleared up the former uncertainties and should therefore be set to resolve this for a few days.

On the other hand, if he personally experiences it to be like the latter case, he has seen identity of thought and can therefore be given the following pointing-out instruction:

"When you look into a thought's identity, without having to dissolve the thought and without having to force it out by meditation, the vividness of the thought is itself the indescribable and naked state of aware emptiness. We call this seeing the natural face of innate thought or thought dawns as dharmakaya.

"Previously, when you determined the thought's identity and when you investigated the calm and the moving mind, you found that there was nothing other than this intangible single mind that is a self-knowing, natural awareness. It is just like the analogy of water and waves."

~ 14th Century Mahamudra Master, Dakpo Tashi Namgyal


"When you vividly perceive a mountain or a house, no matter how this perception appears, it does not need to disappear or be stopped. Rather, while this perception is experienced, it is itself an intangible, empty awareness. This is called seeing the identity of perception."


"Previously you cleared up uncertainties when you looked into the identity of a perception and resolved that perceptions are mind. Accordingly, the perception is not outside and the mind is not inside. It is merely, and nothing other than, this empty and aware mind that appears as a perception. It is exactly like the example of a dream-object and the dreaming mind.

"From the very moment a perception occurs, it is a naturally freed and intangible perceiving emptiness. This perceiving yet intangible and naked state of empty perception is called seeing the natural face of innate perception or perception dawning as dharmakaya.

"This being so, 'empty' isn't something better and 'perceiving' isn't something worse, and perceiving and being empty are not separate entities. So, you can continue training in whatever is experienced. When perceiving, in order to deliberately train in perception, there is no need to arrest it. When empty, in order to deliberately train in emptiness, you do not need to produce it.

- Clarifying the Natural State, Dakpo Tashi Namgyal

Dzogchen Master Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche:

http://www.fudomouth.net/rhizome/nnawareness.htm

Even if those who begin to practice this find it difficult to continue in this state for more than an instant, there is no need to worry about it. Without wishing for the state to continue for a long time and without fearing the lack of it altogether, all that is necessary is to maintain pure presence of mind, without falling into the dualistic situation of there being an observing subject perceiving an observed object. If the mind, even though one maintains simple presence, does not remain in this calm state, but always tends to follow waves of thoughts about the past or future, or becomes distracted by the aggregates of the senses such as sight, hearing, etc., then one should try to understand that the wave of thought itself is as insubstantial as the wind. If one tries to catch the wind, one does not succeed; similarly if one tries to block the wave of thought, it cannot be cut off. So for this reason one should not try to block thought, much less try to renounce it as something considered negative. In reality, the calm state is the essential condition of mind, while the wave of thought is the mind's natural clarity in function; just as there is no distinction whatever between the sun and its rays, or a stream and its ripples, so there is no distinction between the mind and thought. If one considers the calm state as something positive to be attained, and the wave of thought as something negative to be abandoned, and one remains thus caught up in the duality of accepting and rejecting, there is no way of overcoming the ordinary state of mind.

Shurangama Sutra:

"Ananda, you have not yet understood that all the defiling objects that appear, all the illusory, ephemeral phenomena, spring up in the very spot where they also come to an end. Their phenomena aspects are illusory and false, but their nature is in truth the bright substance of wonderful enlightenment. Thus it is throughout, up to the five skandhas and the six entrances, to the twelve places and the eighteen realms; the union and mixture of various causes and conditions account for their illusory and false existence, and the separation and dispersion of the causes and conditions result in their illusory and false extinction. Who would have thought that production and extinction, coming and going are fundamentally the eternal wonderful light of the Tathagata, the unmoving, all-pervading perfection, the wonderful nature of True Suchness! If within the true and eternal nature one seeks coming and going, confusion and enlightenment, or birth and death, one will never find them."

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"You still have not realized that in the Treasury of the Tathagata, the nature of form is true emptiness and the nature of emptiness is true form. That fundamental purity pervades the Dharma Realm. Beings’ minds absorb itaccording to their capacity to know. Whatever manifests does so in compliance with karma. Ignorant of that fact, people of the world are so deluded as to assign its origin to causes and conditions or to spontaneity. These mistakes, which arise from the discriminations and reasoning processes of the mind, are nothing but the play of empty and meaningless words."

Lama Surya Das:

http://www.dzogchen.org/teachings/talks/dtalk-95may22.html

I think this five skandha scheme is a very interesting one, in the sense that it can begin to raise some very interesting questions and help us dig deeper, rather than just having a vague, amorphous kind of understanding. We are individual. We are each responsible for ourselves and our karma and our relations. Our individuality is comprised of these five aggregates or skandhas. We can work with that. It is actually an expression of the Buddha-nature.

Now, doesn't anybody want to say, "I didn't hear anything about Buddha-nature in the five skandhas. Where's the Buddha-nature? Who made that up?" That's the right question. What Buddha-nature? I never said anything about it. Who made that up? What enlightenment? What nirvana? Who made all that stuff up? Is it in us or elsewhere? How to get from "here" to "there"?

We're all looking for something to hang our hopes on, but when we really get down to the present moment, to our own experience, to clear seeing, we come to what Buddha said: "In hearing there is only hearing; no one hearing and nothing heard." There is just that moment, that hearing. You might think, "Oh, a beautiful bird." How do you know it's a bird? It might be a tape recorder. It might be bicycle brakes squeaking. In the first moment, there is just hearing, then we get busy, our minds and concepts get involved. The Buddha went through all the five senses. "In seeing there is just seeing; no one seeing and nothing seen." And so on, with tasting, touching, smelling, and thinking. Thoughts without a thinker. In thinking there is just thinking. There is just that momentary process. There is no thinker. The notion of an inner thinker is just a thought. We imagine that there is somebody thinking. It's like the Wizard of Oz. They thought there was this glorious wizard, but it was just a little man back there behind the screen, behind the veil. That's how it is with the ego. We think there's a great big monkey inside working the five windows, the five senses. Or maybe five monkeys, one for each sense; a whole chattering monkey house, which it sometimes feels like. But is there really a concrete individual or permanent soul inside at all? It seems more like that the lights are on, but no one is home!
Labels: I AMness, Non Dual, Thought |

[12/1/24, 12:17:28 AM] Soh Wei Yu: chatgpt translation:

[12/1/24, 12:29:50 AM] Soh Wei Yu: 思想间隙与间隙中的思想

基于今年早些时候和去年的一些对话,由Thusness/PasserBy提出,我稍作编辑:


首先体验两个思想瞬间之间的本觉间隙,然后体验两个间隙之间的思想的本觉。


~ Thusness/PasserBy



关于在思想间隙中实现光明性,2005年的这段对话很相关:


[23:23] <ZeN`n1th> 大圆满老师Tenzin Wangyal(1997,29)指出:

[23:23] <ZeN`n1th> 两个思想之间的间隙是本质。但如果在那个间隙中缺乏临在明觉,就变成无知,我们只体验到缺乏本觉,几乎是无意识。如果间隙中有临在明觉,那么我们就体验到了法身[终极]。


[23:24] <ZeN`n1th> 所以临在明觉是本觉?

[23:24] <^john^> 没有临在明觉,就只是定境

[23:25] <^john^> 说得很好,这引用哪里来的?🙂


为了第一层觉醒的冥想目的,Angelo Dillulo(《觉醒:轮到你了》的作者,他还实现了比最初的觉醒更深刻的洞察,他的指点非常清晰)的这个指点很重要:


“第一层觉醒的探究

通往第一层觉醒的探究是一件有趣的事情。我们想知道“如何”准确地进行这种探究,这是完全可以理解的。问题在于,它不是通过描述某种特定技巧就可以完全传达的。实际上,它是在投降和意图相遇的那个甜蜜点中找到的。我在这里将描述一种方法,但重要的是要记住,最终,你没有能力(作为你认为的自己)来唤醒自己。只有生命有那种能力。所以当我们投入到某种探究或实践时,保持开放非常重要。我们必须保持神秘和可能性的通道敞开。我们必须认识到,不断地下结论“不,这不是,不,这也不是……”仅仅是心智的活动。那些都是思想。如果我们相信一个想法,那么我们就会相信下一个,如此这般。然而,如果我们认识到,“哦,那种怀疑仅仅是现在出现的一个想法”,那么我们就有机会认识到,那个想法会自行消退……而“我”作为那个想法的知晓者,仍然在这里!我们现在可以对思想消退后的这里所呈现的东西感到着迷。思想间隙中是什么?这种纯粹的自我感、纯粹的知觉、纯粹的存在是什么?这种能照亮思想的光(如同每天成千上万次那样),即使没有思想也依然发光。它是自我照明的。注意到思想、在思想前后醒着、清明、和觉知到的那个,不被任何思想以任何方式改变的本质是什么?请理解,当你提出这些问题时,你不是在寻找一个思想上的答案,答案是体验本身。

当我们开始让我们的注意力放松到这个更广阔的视角时,我们开始解绑自己脱离思想。我们开始通过感觉、通过本能,认识到未束缚本觉的本质。这是进入的方式。

起初,我们可能会得出结论,这个间隙,这个无思想的本觉是无趣的、不重要的。它感觉相当中性,而忙碌的头脑无法处理中性,所以我们可能倾向于故意再次参与思想。如果我们认识到“不有趣,不重要,不有价值”都是思想,并简单地返回到这个流动的净识,它将开始扩张。但不需要考虑扩张或观察它。如果我们与之保持一致,它会自然地这样做。如果你愿意将脑海中的每一个想法和图像识别为这样,并保持你的注意力警醒但放松进入与本我感觉连续的“思想的东西”,一切都会自行照顾。


只需愿意暂停判断。愿意放弃结论。愿意放弃对你进展的所有监控,因为这些都是想法。对纯粹的体验保持开放。只是一次又一次地回到没有对象的本觉或纯粹的本我的净识之处。如果你愿意这样做,它会以一种我或我所见过的任何人都无法解释的方式教会你自己,但它比实际更真实。

旅途愉快。

艺术由:Platon Yurich 创作"



然而,超越最初的觉醒,我们还必须理解以下内容。

当我们区分本觉和思想时,本觉似乎是思想背后和之间的“虚空”。由于区分了本觉和内容思维,背景现实比内容更受青睐,所以背景本觉看起来像是“觉醒”——但实际上只是将特定的尘埃当作镜子,因此无法看到一切都是镜子……因此,它并不是“觉醒”,而实际上是“迷失”。这种体验只是临在明觉的一个维度……但由于根深蒂固的习惯性双向抓取,一个紧紧抓住“背景主体”。也就是说,临在明觉被误认为是所有对象背后的真实主体或真我,某种不变的背景。或者它变成了永恒的见证者(无动于衷地)观察并且不受所有无常对象来来去去的影响(实际上,认知不能与现象流动分离)。(见Thusness/PasserBy的“觉悟的七个阶段”中的第一阶段)但这不是临在明觉的全部——非二元、无我(无自性)、空性和缘起的方面并未包括在内。因此,很难看到五蕴(被指定为“自我”的体验的“五蕴”:色、受、想、行、识)是佛性。

当我们谈论赤裸的本觉时,这不是一个连一个思想都不出现的状态。当教导关于两个思想瞬间之间的间隙时,首先是体验本觉的赤裸。触及本觉的那个方面。当我们扩大间隙时,我们的思想变得更少,清晰变得更明显。

然而,会有一个时刻,无论做什么,投入多少努力,多久,其他蕴不会消退。这就是一个关键时刻,无论一个人能否突破到主客非二元。

本觉是一种无二元性质的无缝体验。在这种无缝体验中,没有任何边界,没有经验者体验经验;无论出现什么都是经验,都是本觉——如鸟儿的啼鸣,屏幕上出现的文字,思想本身。没有分离的听者、看者、观察者、思考者。一切都在发光,自觉,自知,自己发光,没有中心。它总是只是自发的产生和消失。没有中心、主体、边界、内外......只是无缝的整体体验。

无论是感知还是无感知,无论是动量(业力的流动)还是无动量,无论有没有思想,都无关紧要。这是非二元智慧的出现,理解瞬息即是临在明觉。

然后无思想和思想被彻底理解。当无思想和思想被清楚理解时,就变成了无间隙。这是真正的无功夫,是无入无出的无门之道。

走在思想和感知产生之前,瞥见那光明的本质只是一个瞥见。这就是“专注与修定”在灵性实践中的重要性所在。也确实,即使对于有洞见的人,不间断的专注力可能也不在那里,它必须与他们新发现的非二元洞见并行以获得稳定,并且还要进入非二元的各种毕业阶段。实际上,没有任何阶段/表象比其他更纯净——每个状态都同样纯净,本质上是非二元的。当心灵把纯净的本觉视为“无形态”、“无思想”、“无属性”,作为背景现实时......纯净本觉作为“形态”的“织物”和“质地”就被忽略了。尽管如此,对于Thusness/PasserBy的“觉悟的七个阶段”中的前三个阶段 - https://www.awakeningtoreality.com/2007/03/thusnesss-six-stages-of-experience.html,问题肯定是缺乏持续的冥想专注力以及试图理智把握的倾向......这也是为什么Thusness经常强调打坐的重要性。这是由于对本觉本质缺乏清晰和更深的洞察,这将导致临在明觉或空明的无功夫和自我解放的实现。


前三个阶段是在非二元洞见出现之前,持续性的目的是在两个思想瞬间之间创造足够的间隙,以允许概念性/非概念性之间的对比感觉,使思维头脑意识到进入象征之前的可能性,从而放松其顽固的双向框架。

持续的赤裸注意也引起了“内部”、“外部”、“空间”、“时间”甚至“身体”和“心”都是单纯构造的认识。从这些构造中解脱,也为非二元洞见的出现创造了条件。

对于前三个阶段,实践采取的形式是努力达到某种完美的阶段,而Thusness第四阶段以后,实践从“努力”转向自然的光明性和自发性。即使如此,冥想仍然非常重要,正如在《无我之后的冥想》https://www.awakeningtoreality.com/2023/09/meditation-after-anatta.html 中所解释的。

如果修行者错误地将最初的一瞥(如第一阶段的我是觉醒)误认为是佛性的全部,并试图维持那个明亮的镜子,追求那个特定的状态,最终将证明是徒劳的。如果我们只看到无思想的境界,那么两个瞬间之间的间隙最终将成为障碍。

然后实践变成了两个间隙之间的思想瞬间。体验那个思想的光明空性本质。本质上它是清晰的,是本觉本身,是空的。波浪和海洋是一体的。所有波浪都是一味。体验本觉如海洋,并回避思想和色相同样是迷失,更深的洞见(洞见非二元)是将一切视为自光明的本觉或心的洞见。:)

然而,首先练习两个思想瞬间之间的间隙,并扩大它,但要有无我/非二元的正确理解。然后当光明照耀时,它将逐渐理解,因为它知道什么是障碍。当它尽其所能去除瞬息而瞬息仍然存在时,一个人将不得不等待正确的条件出现,比如有人指出或一些作为觉醒条件的经文。


所以首先体验两个思想瞬间之间的本觉间隙,然后体验两个间隙之间的思想的本觉。


摘自《指出内在思考》:


“思想消融后是一个觉知的空性吗?还是通过冥想驱走思想而成为一个觉知的空性?或者,思想的生动本身就是一个觉知的空性?”

如果冥想者说它像前两种情况之一,他还没有澄清之前的不确定性,因此应该设定几天来解决这个问题。

另一方面,如果他亲自体验到像后一种情况,他就看到了思想的本质,因此可以给他以下指示:


“当你探究思想的本质时,无需消融思想,也无需通过冥想强行排除它,思想的生动本身就是无法描述和赤裸的觉知空性(空明)。我们称之为看见内在思考的自然面貌或思考如法身显现。


“之前,当你确定思想的本质,当你调查宁静和动态的心时,你发现除了这个无形的、自知的、自然的觉知之外,没有别的。就像水和波浪的比喻一样。”


~ 14世纪大手印大师,Dakpo Tashi Namgyal


“当你生动地感知一座山或一座房子时,无论这种感知如何出现,它不需要消失或被停止。相反,当这种感知被体验时,它本身就是一种无形、空的觉知。这被称为看见感知的本质。”


“之前你在探究感知的本质时澄清了不确定性,并解决了感知即心的问题。因此,感知不在外面,心不在里面。它只是,也不过是,这个空而觉知的心以感知的形式出现。就像梦中物和做梦的心的例子一样。

“从感知发生的那一刻起,它就是一种自然解脱的、无形的感知空性。这种感知而无形和赤裸的空感知状态被称为看见内在感知的自然面貌或感知如法身显现。

“正因为如此,‘空’不是更好的东西,‘感知’不是更糟的东西,感知和空不是分离的实体。所以,你可以继续在任何经验中修炼。当感知时,为了有意识地训练感知,无需阻止它。当空时,为了有意识地训练空性,你不需要产生它。”


澄清自然状态,Dakpo Tashi Namgyal

大圆满大师Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche:


http://www.fudomouth.net/rhizome/nnawareness.htm

即使那些开始练习的人发现很难持续这种状态超过一瞬间,也不必担心。无需希望状态持续很长时间,也不必害怕完全缺乏它,只需保持纯粹的心灵临在明觉,不陷入观察主体感知被观察对象的二元境况。如果心灵即使保持简单的临在明觉,也无法保持这种平静状态,而总是倾向于追随关于过去或未来的思想波浪,或者被视觉、听觉等感官的蕴所分散,那么就应该理解思想波浪本身就像风一样无实质。如果一个人试图抓住风,他是不会成功的;同样,如果一个人试图阻止思想波浪,它也无法被切断。因此,不应该试图阻止思想,更不用说把它当作负面的东西来放弃。实际上,平静状态是心的本质条件,而思想波浪是心自然清晰的功能;就像太阳与其光线、溪流与其涟漪之间没有任何区别一样,心和思想之间也没有区别。如果一个人认为平静状态是要达到的积极状态,而思想波浪是要抛弃的消极状态,并因此陷入接受和拒绝的二元对立中,就无法克服普通心态。


楞严经:


“阿难!汝犹未明一切浮尘诸幻化相当处出生、随处灭尽、幻妄称相,其性真为妙觉明体;如是乃至五阴六入,从十二处至十八界,因缘和合,虚妄有生;因缘别离,虚妄名灭;殊不能知生灭去来本如来藏常住妙明、不动周圆妙真如性;性真常中,求于去来迷悟死生,了无所得。”


“汝元不知如来藏中,性色真空,性空真色,清净本然,周遍法界。随众生心,应所知量,循业发现。世间无知,惑为因缘及自然性。皆是识心分别计度。但有言说,都无实义。”


喇嘛苏里亚·达斯:

http://www.dzogchen.org/teachings/talks/dtalk-95may22.html


我认为这个五蕴的概念是非常有趣的,因为它可以开始提出一些非常有趣的问题,帮助我们更深入地挖掘,而不仅仅是拥有一个模糊、无形的理解。我们是个体。我们每个人都对自己、我们的业力和我们的关系负责。我们的个体性由这五蕴或蕴组成。我们可以利用这一点。这实际上是佛性的表达。


现在,没有人想说,“我没听到五蕴里有佛性。佛性在哪里?是谁编造的?”那是正确的问题。什么佛性?我从没说过它。是谁编造的?什么觉悟?什么涅槃?都是谁编造的?它在我们内部还是其他地方?如何从“这里”到“那里”?


我们都在寻找某些可以寄托希望的东西,但当我们真正深入到当前时刻、到我们自己的体验、到清晰的看见时,我们来到了佛陀所说的:“在听觉中,只有听觉;没有听者和被听之物。”只有那一刻,那种听觉。你可能会想,“哦,一只美丽的鸟。”你怎么知道是鸟?可能是录音机。可能是自行车刹车吱吱作响。在第一刻,只有听觉,然后我们开始忙碌,我们的心智和概念开始介入。佛陀经历了所有五感。“在看见中,只有看见;没有看者和被看之物。”等等,涉及品尝、触摸、闻味、思考。无思者的思想。在思考中,只有思考。只有那一刻的过程。没有思者。内在思者的概念只是一个想法。我们想象有人在思考。就像《绿野仙踪》里的巫师。他们以为那里有一个辉煌的巫师,但那只是幕后的一个小人,就在屏幕后面,幕布后面。就像自我一样。我们以为里面有一个大猩猩在操作五个窗户,五种感觉。或者可能是五个猩猩,每种感觉一个;一个喋喋不休的猴子屋,有时候感觉就是这样。但真的有一个具体的个体或永久的灵魂在里面吗?看起来更像是灯亮着,但没人在家!